Dopo la Porsche 911, trasformò la Ferrari 308 in un 4×4 per partecipare a un rally di 3.000 km.

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Una scommessa folle, una sfida romantica, una straordinaria avventura meccanica. Dopo aver vinto l'East African Safari Classic Rally nel 2023 al volante di una Porsche 911, il pilota Eugenio Amos torna in Kenya con un'idea ancora più folle: iscrivere una Ferrari 308 a una delle competizioni più dure del pianeta.

La leggenda italiana incontra la savana africana

La Safari Classic è più di una semplice gara. Dal 5 al 13 dicembre 2025, più di 3.000 km attendono i partecipanti attraverso le piste aperte del Kenya, che a volte si estendono fino alla Tanzania e all'Uganda. Polvere rossa, caldo soffocante, attraversamento di fiumi, strade aperte e tempo imprevedibile: questo rally mette alla prova piloti, copiloti e macchine come nessun altro.

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Per Amos, l'idea non è solo di correre, ma di fare la storia. Portare un Ferrari nella polvere e nelle rocce dell'Africa è spostare il Cavallino Rampante dal suo terreno naturale, l'asfalto, a un mondo di pietre, sabbia e fango.

Perché la Ferrari 308?

Icona degli anni '70 e '80, resa famosa dalla serie Magnum P.I., la Ferrari 308 ha anche una storia poco conosciuta nei rally. Alcuni esemplari preparati da Michelotto per il Gruppo 4 hanno corso alla fine degli anni '70, con successo nei campionati nazionali. Ma mai una 308 ha affrontato le piste africane del Safari Rally.

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Eugenio Amos ha ripreso questo filo dimenticato. Il suo team Automobili Amos ha completamente riprogettato l'auto sportiva:

  • Sospensioni rinforzate e riprogettate,
  • protezione massiccia del sottofondo,
  • parti meccaniche rinforzate,
  • Pneumatici Pirelli Scorpion su misura per le piste africane.

La 308 è pronta a lasciarsi alle spalle il comfort dei circuiti e delle strade asfaltate per affrontare la savana. Questa trasformazione meccanica è completata da un tocco di stile unico. Il progetto è sostenuto da SEASE, un marchio di moda italiano. La loro ispirazione? Il tessuto Solaro, emblema dell'eleganza britannica. Il risultato è un colore verde scuro, arricchito da una grafica arancione e da pannelli color sabbia, in omaggio al deserto che l'auto si prepara a sfidare.

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Le follie di Eugenio Amos

Eugenio Amos non è nuovo al mondo dell'automobile. Fondatore di Automobili Amos, ha già lasciato il segno con la Delta Futurista, uno spettacolare restomod della Lancia Delta Integrale. Appassionato di guida, ha già dimostrato la sua tenacia vincendo il Safari Classic 2023 con una Porsche 911. Ma questa volta si spinge oltre: "Ci sono modi più semplici di correre, ma nessuno è così eccitante come portare una Ferrari al rally più duro del mondo", confida. Dal 5 al 13 dicembre 2025, l'Africa sarà testimone di uno spettacolo raro: una Ferrari 308 che rimbalza sui circuiti in una sfida meccanica e umana quasi folle.


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3 recensioni su "Après la Porsche 911, il transforme la Ferrari 308 en 4×4 pour s’engager dans une course de Rallye de 3000 km"

  1. 40 anni fa, il pilota spagnolo Zanini aveva già partecipato a un rally di tipo "safari" con una Michelotto 308 gr IV. Era la Baja Aragon del 1985. L'auto era dipinta nei colori Marlboro, con la ruota di scorta legata al tetto e il passaruota anteriore con il terzo superiore della ruota aerodinamico.

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  2. Quando si pensa alla 308 Rallye, si pensa automaticamente a Biche e a Jean-Claude Andruet, e soprattutto al fatto che fece una gara pazzesca con un ritardo e la 308 andava così veloce che si aveva l'impressione che volasse e toccasse raramente terra, al punto che finì la gara con un vantaggio pazzesco e vomitò 🤮 mentre scendeva dall'auto. Persino il pilota rivale con l'altra Ferrari di un team italiano è venuto a congratularsi con lui e ha pianto tra le sue braccia, tanta era la portata del suo risultato.
    Daniel Marin lo ha reso possibile.

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  3. Quando Marin presentò la 308 Rallye a Enzo, che ne scoprì il peso e la potenza (350 CV per 1050 kg), Enzo stesso non riuscì a crederci e chiese alla sua squadra di farla pesare. Quando vide che Michelotto aveva realizzato questa impresa, andò su tutte le furie e convocò i suoi collaboratori per creare una super 308 "che doveva essere impossibile", fornendo loro dati precisi che permisero di far nascere la 288 GTO e... la prima SuperCar.

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