Ferrari F1 2026: le ultime novità sul nuovo motore V6 di Maranello

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Illustrazione IA (non esaltatevi troppo, non c'è nessuna immagine di F1 2026).

A Maranello il silenzio invernale è ingannevole. Dietro le porte chiuse del reparto motori, Ferrari sta compiendo progressi misurati su uno dei progetti più decisivi della sua storia recente. Il futuro motore per la Formula 1 2026, conosciuto internamente con il nome in codice "Progetto 678", ha appena completato una fase fondamentale con una serie di test intensivi su un banco di prova dinamico. E i primi segnali riportati da Motorsport.it su questo V6 di nuova generazione sono tutt'altro che negativi.

Un banco di prova più rassicurante del previsto

I recenti test a Maranello hanno convalidato una serie di scelte tecniche importanti, in particolare per quanto riguarda il recupero dell'energia. Nel nuovo regolamento 2026, l'equilibrio tra motore a combustione e motore elettrico è cambiato radicalmente. Dove finora dominava il motore a combustione interna, ora la potenza sarà suddivisa quasi equamente tra il V6 e il motore elettrico. Questo cambiamento comporta una sfida importante: la scomparsa dell'MGU-H. Senza il recupero dell'energia dei gas di scarico, la batteria deve ora essere ricaricata esclusivamente tramite l'MGU-K durante le fasi di frenata. Questo scenario espone direttamente i team a un'improvvisa perdita di potenza elettrica in rettilineo. Tuttavia, secondo i riscontri del banco di prova, la Ferrari è riuscita a superare gli obiettivi iniziali di recupero dell'energia cinetica. Questo è un punto chiave, sia in termini di prestazioni pure che di costanza in gara.

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La Ferrari affronta la strategia aggressiva della Mercedes

Mentre la Mercedes e la Red Bull-Ford sono sospettate sfruttare un trucco permettendo al rapporto di compressione di passare da 16:1 a freddo a circa 18:1 in condizioni reali, la Ferrari sembra aver scelto deliberatamente una strada più convenzionale. A Maranello la priorità non è stata data alla ricerca della massima potenza di picco, ma alla stabilità della combustione e alla riduzione degli attriti interni. Gli ingegneri del Cavallino si stanno concentrando sulla messa a punto dei sistemi di iniezione diretta e di accensione a precamera per ottenere una curva di potenza più fruibile e lineare, più adatta ai vincoli di un motore ibrido altamente elettrificato.

Testa del cilindro in acciaio

Tra le decisioni tecniche più delicate, quella di approvare una testata in lega d'acciaio è stata tenuta segreta per molto tempo. Inizialmente sviluppata in parallelo con una versione in alluminio, questa soluzione più pesante è stata infine scelta dopo una lunga fase di riflessione guidata da Enrico Gualtieri, Direttore Tecnico Motori Ferrari, su proposta di Davide Mazzoni. Rivista e perfezionata da Guido Di Paola, una figura esperta del reparto motori che è tornata a ricoprire un ruolo centrale, questa testata incorpora componenti in rame e ceramica. Se da un lato l'acciaio riduce leggermente il peso, dall'altro offre una maggiore resistenza alle pressioni e alle temperature estreme della camera di combustione. Si tratta di un vantaggio significativo, visto che il propulsore del 2026 dovrà pesare 30 kg in più rispetto alle unità attuali.

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Un motore progettato per l'aerodinamica

Uno degli aspetti più interessanti del nuovo motore è il suo livello di integrazione con il telaio. Il propulsore è stato progettato fin dall'inizio per offrire la massima libertà agli aerodinamisti della Scuderia Ferrari. Sotto la direzione di Loïc Serra, Diego Tondi e Frank Sanchez potranno sfruttare scelte più estreme. Un motore più compatto, una batteria elettrica leggera e molto densa e un sistema di raffreddamento particolarmente curato dovrebbero consentire di progettare un asse posteriore più sottile.

2026, un'opportunità da non perdere per la Ferrari

Dopo una stagione 2025 più che difficile, la Scuderia sta procedendo con una presunta, quasi silenziosa prudenza. Tuttavia, le scelte tecniche operate per il motore V6 del 2026 suggeriscono una visione chiara e coerente, incentrata soprattutto sulle prestazioni complessive della vettura piuttosto che sulla ricerca di un vantaggio unico.

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