Il nuovo CEO di Stellantis visita i sindacati italiani e si rivolge a Bruxelles: "Dobbiamo rivedere i regolamenti europei!

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Lunedì 20 ottobre 2025 rimarrà una data simbolica per i lavoratori di Mirafiori. Per la prima volta dalla sua nomina, il nuovo amministratore delegato di StellantisAntonio Filosa, si è recato a Torino per incontrare i sindacati italiani. Si trattava di una visita molto attesa, che era stata richiesta da anni, anche sotto la guida di Carlos Tavares.

La tanto attesa visita a Mirafiori

Mentre Stellantis ha recentemente confermato un colossale investimento di 13 miliardi di dollari negli Stati Uniti, la situazione in Italia rimane segnata dal dubbio. I sindacati chiedono un gesto concreto per rilanciare la produzione nazionale, in declino da diversi anni.

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Filosa non è rimasto a mani vuote: ha annunciato 400 nuovi posti di lavoro nello stabilimento di Mirafiori per sostenere la produzione della nuova Fiat 500 ibrida, che inizierà a novembre. Questa decisione consentirà allo stabilimento torinese di passare a una nuova fase produttiva nel febbraio 2026, arrivando a produrre 150.000 vetture all'anno.

"Non è ancora sufficiente, ma è tutto quello che possiamo fare dato il contesto", ha ammesso, salutando comunque "un passo importante per l'occupazione in Italia".

È la prima volta in quasi trent'anni che Mirafiori vede un'ondata di assunzioni paragonabile a quella della fine degli anni Novanta.

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Un messaggio politico a Bruxelles

Ma al di là di questo annuncio simbolico, il cuore del messaggio di Filosa era altrove: il quadro normativo europeo deve cambiare.

"È necessario rivedere le normative europee, che non tengono conto della realtà del mercato e del contesto industriale", ha dichiarato il capo di Stellantis, invitando i sindacati italiani a sostenere questo approccio presso le istituzioni europee.

A suo avviso, gli obiettivi di neutralità del carbonio e il divieto di vendita di motori a combustione entro il 2035 sono semplicemente "irrealistici". Egli sostiene un approccio più pragmatico, basato sulla neutralità tecnologica: "Dobbiamo permettere ai nostri clienti di scegliere tra l'intera gamma di veicoli che desiderano, siano essi elettrici, ibridi o a combustione interna. È l'unico modo per far ripartire la produzione".

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Fabbriche ancora incerte

Mentre Mirafiori vede una rinascita con la 500 ibrida, altri siti sono ancora in attesa.

  • Cassino, dove verranno prodotte le future Alfa Romeo Stelvio e Giulia sulla piattaforma STLA Large, è ancora in attesa del lancio effettivo del programma, che è stato spostato al 2027 per includere le versioni ibride.
  • A Termoli, la situazione rimane la più critica: la Gigafactory per le batterie è ancora sospesa e non è stata annunciata una nuova assegnazione chiara.
  • Infine, a Melfi, Stellantis sta preparando la produzione della nuova Jeep Compass ibrida, seguita dalla DS7 e dalla Lancia Gamma a partire dal 2026.

Di fronte a queste incertezze, i sindacati accolgono con favore il gesto per Mirafiori, ma chiedono un rafforzamento del "Piano Italia" e impegni concreti per gli altri stabilimenti.

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Un primo contatto, ma molte domande

Per Filosa, questo incontro è stato soprattutto un primo contatto simbolico con i rappresentanti italiani. Ha cercato di rassicurarli: "L'Italia resta al centro della nostra visione strategica". Ma ha anche sottolineato i limiti del modello europeo, confrontando la situazione con quella degli Stati Uniti, dove un quadro più favorevole ha permesso a Stellantis di investire 13 miliardi di dollari e creare 5.000 posti di lavoro.

I sindacati, divisi tra cautela e speranza, hanno riconosciuto un cambiamento di tono: "Il lancio di modelli ibridi è un buon punto di partenza", ha commentato la Uilm. Il lancio di modelli ibridi è un buon punto di partenza", ha commentato la Uilm. "Ma siamo solo all'inizio di un percorso difficile, che dipenderà tanto da Stellantis quanto dalla politica europea".

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Battaglia normativa in corso

Rinviando la presentazione del suo nuovo piano industriale entro la fine del primo semestre del 2026Antonio Filosa sta gettando le basi per un'offensiva politica e industriale. Stellantis intende ora influenzare il dibattito europeo per ottenere un allentamento delle norme ambientali, il riconoscimento della neutralità tecnologica e il sostegno al segmento delle piccole auto, vitale per l'industria italiana.

Una cosa è certa: dopo anni di tensioni tra gli stabilimenti italiani e la direzione del gruppo, il dialogo è stato finalmente riaperto. Ma la ripresa sostenibile della produzione dipenderà ora dalle decisioni prese a Bruxelles come a Torino.

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8 recensioni su "Le nouveau CEO de Stellantis rend visite aux syndicats italiens et s’adresse à Bruxelles : « Nous devons revoir la réglementation européenne ! »"

  1. Filosa deve rimediare ai danni fatti da Tavares, l'uomo che se ne frega dell'industria automobilistica italiana. È chiaro che abbiamo bisogno di auto con fonti energetiche diverse e meno inquinanti, ma dobbiamo allentare notevolmente le regole per il passaggio alle auto elettriche, che sono state un enorme fiasco in molti Paesi dell'UE.

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  2. Più visite, più interviste, più cambi di gestione, più "vedrete quello che vedrete", ma ancora la stessa spazzatura scaricata in produzione, ancora gli stessi ritardi nel lancio, ancora lo stesso design insipido o plastificato che sa di falso in quello che viene presentato per i progetti futuri, ancora i lavoratori e i clienti che soffrono...

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  3. Una buona notizia, ma che nasconde alcuni problemi più concreti. Ho dei dubbi sulla durata delle vendite della 500:hybrid, che è un tale fallimento.

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    • Non mi spingerei così lontano (dopo tutto, è solo la versione ibrida del modello elettrico). Sarebbe più appropriato dire che è costosa per quello che offre.

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      • Sì, è più giusto dire così. Mi esaspera vedere cosa è diventata la Fiat e le sue filiali dopo il lancio della 500. L'ex team di FCA voleva una gamma 500 (500L 500X 500E) che di per sé non era nulla di drammatico... se non fosse che in realtà tutti gli altri investimenti o quasi sono stati tagliati! Di conseguenza, 10 anni dopo ci ritroviamo con un ex grande costruttore europeo che non offre quasi nulla nella sua gamma e si è ridotto a rilasciare una pseudo ibrida senza alcun appeal.

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