Il progetto della Ferrari Testarossa a 6 ruote si trasforma in un regolamento di conti tra Francia e USA

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Per mesi è scomparsa dai radar. La Ferrari Testarossa a sei ruote, una creazione tanto affascinante quanto eretica, sembrava congelata in una sorta di purgatorio automobilistico. Non c'erano nuove foto, né annunci ufficiali, né il minimo accenno ai suoi progressi. Finché la vicenda è riemersa all'improvviso, non con immagini del cantiere, ma con accuse pubbliche, regolamenti di conti... e un progetto ormai definito "distrutto".

Una fantasia meccanica degna di Mad Max

Quando la Testarossa 6×6 apparve per la prima voltaC'era qualcosa di irreale in lei. A Ferrari allungata, allargata, con quattro ruote motrici posteriori, alimentata da un V8 americano sovralimentato da 1.200 CV. Più che un progetto di tuning, era un'arma da film post-apocalittico, direttamente da Mad Max o Cyberpunk 2077. Dietro questa folle idea c'era Alexandre Danton, un francese che fa la spola tra la Francia e gli Stati Uniti, e la sua officina Danton arts kustoms, specializzata in questo tipo di trasformazioni. Dopo un Hummer 6×6 alimentato da un V8 Hellcat e venduto negli Stati Uniti, l'uomo sembrava pronto a passare al livello successivo: affrontare una delle Ferrari più iconiche della storia.

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Una Ferrari, una vendita di dischi e una promessa

Prima della Testarossa, c'era già stato un precedente. L'Hummer a sei ruote sviluppato da Danton e da un partner americano fu venduto all'asta per 750.000 dollari. Un prezzo abbastanza alto da suggellare un accordo di principio con Gas Monkey Garage: se la prima creazione avesse avuto successo, la successiva sarebbe stata finanziata dagli americani. La Testarossa divenne quindi il progetto vetrina. Una Ferrari nelle mani di un tuner esterno, finanziata da un impero televisivo. O almeno così sembrava.

Poi niente. Il progetto sembrava essere stato inghiottito. Per mesi non ci sono stati aggiornamenti ufficiali, né eventi o fiere per presentare l'auto. Finché una foto postata su Instagram ha rimesso in moto le cose... e a quel punto la situazione è esplosa. Nei commenti, Alexandre Danton ha lanciato le prime accuse. Le parole sono violente e dirette. Sostiene di aver realizzato lui stesso l'auto e accusa Gas Monkey di essersi appropriata del progetto, di non averlo pagato adeguatamente e di aver usato il suo potere finanziario per costringerlo al silenzio tramite contratti. Parla di lavoro rubato, di riconoscimenti cancellati e di minacce legali implicite.

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Due versioni e tanta amarezza

Richard Rawlings di Gas Monkey Garage ha risposto a questi attacchi. Da parte sua, spiega che l'auto consegnata era tutt'altro che presentabile. Aggiustamenti approssimativi, verniciatura incompiuta, molteplici difetti di fabbricazione: secondo lui, quasi tutto doveva essere rifatto. Il progetto avrebbe richiesto mesi di rilavorazioni, smontaggi e correzioni per raggiungere un livello accettabile. Anche dopo tutto questo lavoro, l'auto sarebbe stata solo "moderatamente corretta".

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Sul fronte finanziario, il divario sembra altrettanto ampio. Richard Rawlings sostiene che i rapporti si sono deteriorati anche per questioni di denaro e scadenze. Secondo lui, c'era un contratto preciso che regolava la collaborazione, con penali per i ritardi di pagamento di 500 dollari al giorno quando le scadenze non venivano rispettate, il che rappresenterebbe circa 14.000-15.000 dollari di penali cumulative. Rawlings insiste sul fatto di aver pagato esattamente quanto stabilito dal contratto, compreso un compenso forfettario nonostante i ritardi, ma sottolinea che Gas Monkey Garage era responsabile dell'intero finanziamento del progetto. Inoltre, stima che per rimettere a nuovo l'auto sarebbero necessari meno di 50.000 dollari di lavori aggiuntivi, soprattutto per rifare alcune parti estetiche e meccaniche importanti. Infine, parla apertamente della posta in gioco: nel suo stato attuale, la Ferrari potrebbe valere anche solo 400.000 dollari all'asta, contro il milione di dollari che sperava di ottenere se fosse stata completata come previsto in origine.

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Alla domanda sullo stato attuale del progetto, Alexandre Danton risponde con una sola parola: "distrutto". Quello che doveva essere un progetto incredibile si trasforma in un regolamento di conti online. Due ego, due storie. La Testarossa 6×6 sarà ora conosciuta non tanto per le sue sei ruote, quanto per i suoi sei mesi di pubblico regolamento di conti.

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