
Da alcuni giorni, un'ondata di scetticismo si è abbattuta sulle colonne della stampa italiana. "La Gazzetta dello Sport", "Corriere dello Sport", "Motorsport Italia"... tutti indicano lo stesso scenario: Frédéric Vasseur potrebbe non essere riconfermato alla guida della Scuderia Ferrari al termine della stagione 2025. Formula 1. Il Team Principal è già in bilico? I prossimi tre Gran Premi - Canada, Austria e Gran Bretagna - saranno cruciali per il suo futuro. E nei corridoi di Maranello comincia a circolare un nome: quello di Antonello Coletta, attuale responsabile del programma di endurance.
Ma dovremmo già mettere in discussione il lavoro di Frédéric Vasseur? Ecco la nostra analisi.
Una squadra in ristrutturazione, un Team Principal sotto pressione
Arrivato all'inizio del 2023, Frédéric Vasseur ha ereditato un'azienda di Scuderia ancora in fase di ricostruzione dopo la partenza di Mattia Binotto. Dovette fare i conti con un'organizzazione ancora fragile, una forza lavoro in continua evoluzione e una monoposto (la SF-23 e poi la SF-24) le cui prestazioni erano spesso in contrasto con le sue ambizioni. Nonostante ciò, la Ferrari arrivò terza nel 2023 e seconda nel campionato 2024. Risultati che, nella maggior parte delle squadre, sarebbero stati considerati solidi.
Ma non siamo in un posto qualsiasi. Stiamo parlando della Ferrari. E a Maranello il secondo posto è spesso visto come un'umiliazione.
Tre gare da convincere?
Secondo alcuni media italiani, nei prossimi tre appuntamenti si gioca il futuro di Vasseur. Non nella speranza di un altro titolo, che la McLaren è ampiamente quotata a vincere in questa stagione, ma piuttosto per dimostrare una reazione, un salto in avanti, una dinamica. In assenza di progressi significativi, la dirigenza potrebbe decidere di voltare pagina a fine anno, alla scadenza del contratto.
In effetti, il momento sarebbe ideale per una transizione: il 2026 segnerà l'introduzione di un nuovissimo regolamento tecnico, l'arrivo del nuovo motore Ferrari e l'inizio di una nuova era con Loïc Serra, il nuovo Direttore Tecnico, recentemente nominato al posto di Enrico Cardile.
Dobbiamo davvero cambiare capitano ogni volta che c'è una tempesta?
La storia recente della Scuderia non dà adito a ottimismo quando si parla di stabilità manageriale. Infatti, dalla partenza di Jean Todt nel 2007, che ha impiegato sei lunghi anni per costruire la squadra campione del mondo, La Ferrari ha avuto non meno di cinque Team Principal in 17 anni: Domenicali, Mattiacci, Arrivabene, Binotto e ora Vasseur. Tutti non sono riusciti a spezzare la maledizione del secondo posto.
Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto hanno avuto quattro stagioni ciascuno alla guida della squadra. Il primo ha visto la sua squadra classificarsi solo al 2° posto, così come il secondo, con un drammatico 6° posto nel 2020 come punto più basso.
Più indietro nella storia, solo Jean Todt, con 14 anni alla guida della Ferrari, è riuscito a trasformare la Scuderia in un rullo compressore. Prima di lui, Marco Piccinini è rimasto per 11 anni, con alti (titoli nel 1982 e 1983) e bassi (10° posto nel 1980). Insomma, la pazienza a volte ha pagato a Maranello.
Le scelte di Vasseur: Hamilton, Serra... e il futuro
Frédéric Vasseur non si è sottratto a decisioni rischiose. La sostituzione di Carlos Sainz con Lewis Hamilton a partire dal 2025, o più recentemente quella di Enrico Cardile con Loïc Serra, dimostrano la volontà di costruire il suo progetto. Non si è accontentato di gestire l'esistente, ma ha cercato di gettare le basi per il futuro.
Ma quel futuro è il 2026. I nuovi regolamenti. Il nuovo motore. Una possibile nuova gerarchia. E, perché no, una sorpresa in stile Brawn GP. Anche per questo, a nostro avviso, sarebbe del tutto controproducente giudicare Frédéric Vasseur solo in base ai risultati della stagione in corso... e della prossima.
Comunicazione che può essere migliorata
Frédéric Vasseur può essere criticato per aver comunicato in modo più aziendale rispetto a quando ha iniziato a lavorare alla Sauber, con frasi pronte per l'uso come "il potenziale dell'auto deve ancora essere sbloccato". Un linguaggio che a volte infastidisce i tifosi, che amano la trasparenza e la passione pura.
Ma in una scuderia come la Ferrari, padroneggiare il discorso pubblico è un'arte tanto quanto regolare l'ala posteriore. Vasseur è un equilibrista tra l'interno e l'esterno. E anche questo merita di essere preso in considerazione.
Dare tempo al tempo
A nostro avviso, sarebbe un errore licenziare Frédéric Vasseur alla fine della stagione 2025. Egli merita di rimanere almeno fino alla fine della stagione 2027, vale a dire due anni completi secondo il nuovo regolamento tecnico. A quel punto il suo progetto potrà essere davvero giudicato.
La Ferrari è ora su una traiettoria che, nonostante le frustrazioni, rimane molto più stabile rispetto al 2020. Il talento c'è. Il duo Leclerc-Hamilton è promettente. L'arrivo di Serra in termini tecnici potrebbe essere decisivo. Ma tutto questo richiede tempo.
Cambiare di nuovo il Team Principal ora sarebbe come ricominciare un ciclo da zero... da capo.
Il problema di Vasseur - che finora ho difeso su altri siti - è che, a differenza di Jean Todt, per esempio, con il quale la Scuderia non ha mai smesso di progredire fino al titolo, la Ferrari non solo non progredisce, ma ha l'impressione di regredire. Per non parlare del fatto che non ha il dream team che Jean Todt aveva con il trio Brawn/Byrne/Schumacher. Newey non si è presentato e Hamilton ha deluso.